Riflessioni sullo spinone

Con queste righe vorrei cercare di fare un po di chiarezza sulla situazione della razza Spinone italiano ed i metodi e le intenzioni di allevamento di questa razza nostrana. Parlare di un cane appartenente ad una determinata razza è sempre un compito non facile, perchè è necessario conoscerlo profondamente, conoscerne cioè l'origine, standard, attitudini...si può cadere nell'eccesso o nel difetto di dire troppo o troppo poco, per cui conviene parlare delle situazioni che sono sotto agli occhi di tutti. Ad oggi il patrimonio genetico del nostro amato spinone è ridotto al lumicino, in quanto nel 70% delle correnti presenti in Italia nei peedigre si riscontrano sempre gli stessi soggetti (ora fanno pure della consanguineità fissando inevitabilmente caratteristiche non proprie dello spinone italiano, usando certi soggetti in riproduzione) i quali a torto o a ragione hanno coperto la grande maggioranza delle femmine in circolazione, stringendo in modo, a mio avviso, non edificante il patrimonio genetico......questo con il fine di creare cani più dinamici, più piccoli, più leggeri.... e COMPETITIVI con le altre razze, il tutto finalizzato alle prove di lavoro ed alla competizione con le razze estere, ma non alla caccia pratica. Questo ha portato ad una devianza dallo standard; a molti ''spinoni'' che si vedono in circolazione oggi giorno di spinone gli è rimasto solo il nome nel certificato e qualche pelo, per cui non mi sembra corretto accostare a questi soggetti, che di spinone hanno ben poco, il nome dello Spinone Italiano. In primo luogo non mi sembra corretto nei confronti di chi voglia acquistare uno spinone italiano con le proprie e peculiari caratteristiche, in quanto in questi cani, sia a livello di lavoro che morfologico, delle caratteristiche dello spinone hanno ben poco, in secondo luogo mi pare una truffa in quanto se uno sceglie uno spinone lo sceglie per le sue peculiarità che vengono a meno in questi cani definiti da molti spinoni moderni; terzo e ultimo luogo, forse il più importante è quello che non è giusto nei confronti di tutti quei cinofili veri che in passato hanno dedicato una vita nella tutela di mille anni di storia su una razza sfortunata che ha subito continui attentati dall'incompetenza e inqualificabile operato di gente che dello spinone non ha saputo leggere le sue vere qualità nel rispetto dell'etica della cultura venatoria italica... siamo arrivati al punto che sento parlare molte persone del settore che vogliono cambiare lo standard...può essere giusto...ma perchè cambiare lo standard di una razza a favore di chi l'ha imbastardita e si trova in canile cani non più spinoni!?! è sufficiente perdere un po di tempo e osservarli per riscontrare veramente poche cose compatibili con lo standard ed il vero spinone italiano, per non parlare della psiche dello spinone che si sta perdendo causa queste immissioni di altre razze. Le difficoltà incontrate anche dagli allevatori del passato vengono chiaramente confermate dallo stesso Dott.Brianzi che, descrivendo le caratteristiche del suo Thiers 2 (1924) sul libro del prof. Ceresoli (ediz.1951) testualmente afferma “…. fu l’ultimo mio soggetto che si avvicinasse al vecchio tipo Spinone. In seguito ne creai qualcuno se si vuole più seducente, ma non più tipico di lui……”
Viene allora spontaneo domandarsi se oggi migliorare la razza significhi riportarla a quel tipo quasi totalmente perduto, oppure farne un altro riveduto e corretto in conformità alla moda dei tempi. Se questo concetto non verrà chiarito, lasciando così ampie possibilità alle più svariate interpretazioni, senz’altro non vedremo mai omogeneità nella razza, nè si potrà mai asserire con certezza che è migliorata o peggiorata nel tempo, non avendo un termine comune di riferimento. La popolazione si presenta eterogenea a tal punto che il neofita non è in grado di comprendere quale sia da considerare il tipo ideale. Penso che non ci sia nulla da inventare, ma utilizzare quello che abbiamo (o quello che è rimasto) in modo serio, competente, onesto e con il cervello salvaguardando il vero cane da caccia quale è lo spinone italiano, lavorando sulle problematiche ma con l’unico scopo comune di perseguire la sua tipicità e le doti naturali per salvaguardare la nostra razza nostrana, perché siamo arrivati ad un punto che se non si sta attenti si possono fare passi da gigante all’indietro. Cercare di cambiare lo standard, mi pare oltre che un oltraggio, una assurda faciloneria, orientatevi su altre razze, MA LASCIATE STARE LO SPINONE ITALIANO, tuttavia non vi condanno, perché del resto dovrei farlo?? chi vuol cambiare lo standard non conosce lo Spinone e quindi non è in grado di apprezzarlo per quello che veramente vale.
Senza voler invadere il campo altrui, mi sia cortesemente concesso di trattare brevemente anche questo argomento, poiché le doti attitudinali tipiche della razza sono oggetto di costante attenzione da parte di chi si dedica con impegno all’allevamento. Morfologia e lavoro, cioè forma e funzione devono essere considerate congiuntamente, quali caratteristiche interdipendenti. Troppo spesso in certi ambienti oggi rincorre la frase “non è bello ma bravo”, senza chiedersi quanti difetti il bello, cioè la tipicità e se quel tanto bravo si esprime in conformità allo standard di lavoro della razza; così si portano agli allori (come è avvenuto in modo massiccio negli ultimi anni) dei soggetti che di spinone hanno troppo poco e che conseguentemente fanno dubitare alquanto delle loro doti di continuità genetica.

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